Denervazione delle faccette articolari
Introduzione: Il Dolore alle Faccette Articolari e il Ruolo della Denervazione
Le faccette articolari, note anche come articolazioni zigapofisarie, rappresentano giunzioni sinoviali cruciali tra le vertebre adiacenti della colonna vertebrale. Queste articolazioni, presenti a ogni livello della colonna, svolgono un ruolo fondamentale nel fornire stabilità, guidare e limitare i movimenti della colonna vertebrale, come la flessione, l’estensione e la rotazione. Innervate dal ramo mediale del ramo dorsale del nervo spinale, le faccette articolari sono riccamente fornite di terminazioni nervose sensoriali.
Il dolore alle faccette articolari, spesso definito sindrome delle faccette articolari o artropatia delle faccette, è una causa comune di dolore cronico assiale sia nella regione cervicale (collo) che in quella lombare (parte bassa della schiena). Questo dolore può derivare da processi degenerativi, come l’osteoartrite, da traumi o da infiammazioni che interessano le faccette articolari e le strutture circostanti. La degenerazione delle faccette articolari può manifestarsi anche in individui più giovani, a partire dai 15 anni, suggerendo che questa condizione non è esclusiva della popolazione anziana.
Il dolore cronico alla parte bassa della schiena (CLBP) è un problema di salute pubblica con una prevalenza significativa e un notevole impatto economico sulla sanità. Si stima che la prevalenza del CLBP vari dal 3% al 10% e sia associato a depressione, immobilizzazione e incapacità lavorativa. L’incidenza del CLBP è particolarmente elevata negli anziani e si prevede che aumenterà ulteriormente a causa delle tendenze demografiche. Di fronte all’inefficacia delle strategie di trattamento conservativo, la denervazione delle faccette articolari emerge come un’opzione terapeutica interventistica mirata a ridurre il dolore cronico originato da queste strutture.
La denervazione delle faccette articolari, nota anche come rizotomia o neurotomia, è una tecnica di gestione del dolore che mira a ridurre il dolore originato dalle faccette articolari interrompendo i segnali dolorosi trasmessi dai nervi del ramo mediale. Questa procedura viene eseguita utilizzando diverse tecniche, tra cui la radiofrequenza (sia convenzionale che pulsata) e la crioablazione
Indicazioni per la Denervazione delle Faccette Articolari
La denervazione delle faccette articolari può essere considerata in specifiche condizioni mediche in cui il dolore cronico alla schiena o al collo è fortemente sospettato di provenire dalle faccette articolari e non ha risposto ad altri trattamenti meno invasivi. Questa procedura è generalmente riservata ai pazienti il cui dolore è refrattario a trattamenti conservativi.
Le indicazioni mediche specifiche per la denervazione delle faccette articolari includono:
- Dolore cronico alla parte bassa della schiena (CLBP) che non ha risposto a strategie di trattamento conservativo.
- Ipertrofia e artrosi delle faccette articolari, identificate come potenziali fonti di dolore.
- Sindrome post-discectomia, in cui il dolore alle faccette articolari può contribuire ai sintomi persistenti.
- Trauma della colonna vertebrale cervicale che ha portato a dolore cronico alle faccette articolari.
- Dolore al collo o alla schiena originario dalle faccette articolari con alterazioni degenerative.
- Dolore lombosacrale o cervicale invalidante, non radicolare, che suggerisce un’origine dalle faccette articolari. È fondamentale sottolineare l’assenza di compressione delle radici nervose (radicolopatia) come indicatore chiave. La distinzione tra dolore assiale (non radicolare) e dolore radicolare è cruciale per determinare l’appropriatezza della denervazione delle faccette articolari. Il dolore radicolare, che si irradia lungo gli arti a causa della compressione delle radici nervose, spesso richiede interventi diversi, come iniezioni epidurali di steroidi o chirurgia. L’attenzione al dolore non radicolare nelle indicazioni per la denervazione indica che questa procedura è progettata per affrontare il dolore che deriva direttamente dalle faccette articolari.
- Dolore presente per un periodo minimo di 3 mesi con fallimento documentato della gestione conservativa non invasiva. La gestione conservativa tipicamente include analgesici orali, fisioterapia e un programma di esercizi a domicilio.
- Dolore che causa disabilità funzionale o livelli di dolore medi superiori a una certa soglia (ad esempio, > 6 su una scala 0-10).
Criteri Diagnostici per il Dolore alle Faccette Articolari
La diagnosi del dolore alle faccette articolari si basa su un processo che integra la valutazione clinica, l’imaging e, soprattutto, i blocchi diagnostici.
- Valutazione Clinica: Il dolore cervicale derivante da problemi alle faccette articolari si manifesta spesso come un dolore sordo o un fastidio. Il dolore alle faccette articolari cervicali tende a irradiarsi in un modello distinto, dal collo alla base del cranio, attraverso le spalle e talvolta nella parte superiore della schiena. A differenza del dolore acuto o lancinante associato a problemi nervosi, il dolore alle faccette articolari tende a essere più localizzato e costante, spesso percepito su un lato del collo. Movimenti che sollecitano le faccette articolari cervicali, come girare la testa, guardare verso l’alto o lateralmente e persino inclinare la testa, possono scatenare o esacerbare il dolore se le faccette sono coinvolte. Il dolore alle faccette articolari di solito peggiora con il movimento del collo e si allevia quando il collo è a riposo, a differenza del dolore al disco cervicale che può peggiorare stando seduti a lungo o mantenendo la stessa posizione. In alcuni casi, una palpazione delicata dei lati del collo può rivelare dolorabilità sulle faccette articolari. Il dolore lombare alle faccette articolari è spesso descritto come un dolore sordo e lancinante, simile a una fascia, che avvolge la parte bassa della schiena. Questo dolore è tipicamente localizzato in un’area specifica della parte bassa della schiena, vicino alla linea mediana, e può irradiarsi ai glutei, alle cosce e talvolta all’inguine. Un segno distintivo del dolore lombare alle faccette articolari è l’esacerbazione dei sintomi con movimenti o posizioni specifiche. Il dolore spesso peggiora con l’estensione della colonna vertebrale (inclinarsi all’indietro) e può essere alleviato piegandosi in avanti. I pazienti possono anche riferire rigidità nella parte bassa della schiena, soprattutto al mattino o dopo periodi di inattività, che di solito si allevia riprendendo l’attività.
- Imaging: L’imaging radiografico (radiografie standard, risonanza magnetica (RM) o tomografia computerizzata (TC)) può essere utilizzato per escludere altre cause di dolore cervicale o lombare prima del trattamento con iniezioni spinali. Tuttavia, è importante notare che i cambiamenti degenerativi riscontrati nell’imaging da soli non sono sufficienti per diagnosticare il dolore alle faccette articolari, poiché tali reperti sono comuni anche in individui asintomatici. La risonanza magnetica è considerata l’opzione migliore per la diagnosi e la valutazione della malattia delle faccette articolari lombari .
- Blocchi Diagnostici: Il ruolo cruciale nella conferma delle faccette articolari come principale fonte di dolore è svolto dai blocchi diagnostici, che possono essere blocchi del ramo mediale o iniezioni nelle faccette articolari. I blocchi del ramo mediale mirano ai nervi che innervano le faccette articolari. Un blocco è considerato positivo se comporta una riduzione significativa del dolore (tipicamente ≥ 50% o ≥ 70-80%, a seconda della fonte e delle linee guida) per la durata prevista dell’anestetico locale . A causa dell’elevato tasso di falsi positivi associato ai blocchi singoli, spesso si raccomandano blocchi comparativi doppi, eseguiti in giorni diversi con solo anestetico locale, o blocchi controllati con placebo per minimizzare i falsi positivi . La variabilità nella soglia di riduzione del dolore per un blocco diagnostico positivo (50% contro 70-80%) riflette il dibattito in corso e la mancanza di uno standard universalmente accettato per la diagnosi del dolore alle faccette articolari.
Tecniche di Denervazione delle Faccette Articolari
Diverse tecniche possono essere utilizzate per la denervazione delle faccette articolari, ognuna con un proprio meccanismo d’azione.
- Radiofrequenza Ablativa (RFA) Convenzionale: La RFA convenzionale utilizza un generatore di radiofrequenza per produrre una corrente alternata che riscalda il tessuto circostante la punta dell’elettrodo a una temperatura specifica, tipicamente tra 80 e 85°C, per un periodo definito, solitamente da 60 a 90 secondi. Questa energia termica crea una lesione (necrosi coagulativa) sul nervo del ramo mediale bersaglio, interrompendo la sua capacità di trasmettere segnali di dolore dalla faccetta articolare al cervello. La procedura viene eseguita sotto guida fluoroscopica o TC per garantire il posizionamento preciso dell’ago adiacente al nervo del ramo mediale. Prima della procedura viene somministrato un anestetico locale per intorpidire l’area. La precisione richiesta nella RFA convenzionale, guidata da fluoroscopia o TC, sottolinea l’importanza di un’accurata conoscenza anatomica e competenza tecnica per garantire che la lesione venga creata sul nervo previsto, riducendo al minimo i danni alle strutture circostanti.
- Radiofrequenza Ablativa Pulsata (p-RFA): La p-RFA differisce dalla RFA convenzionale in quanto eroga brevi impulsi di corrente di radiofrequenza ad alta tensione con periodi di riposo intermittenti, con conseguente temperatura tissutale complessiva inferiore (tipicamente non superiore a 42-45°C) che non causa coagulazione termica o distruzione tissutale. Si ipotizza che il meccanismo d’azione comporti l’interruzione della trasmissione del dolore attraverso piccole fibre nervose amieliniche senza causare danni permanenti, mentre si pensa che le fibre mieliniche più grandi non siano influenzate. La p-RFA è considerata una tecnica di neuromodulazione piuttosto che neurodistruttiva. La natura non distruttiva della p-RFA può offrire un vantaggio in situazioni in cui si desidera la rigenerazione nervosa o un effetto potenzialmente reversibile, o in casi in cui vi è preoccupazione di causare danni nervosi permanenti. Tuttavia, diverse fonti suggeriscono che la p-RFA potrebbe non essere efficace quanto la RFA convenzionale nel fornire un sollievo dal dolore duraturo per il dolore alle faccette articolari. Alcuni studi hanno mostrato un sollievo dal dolore a breve termine comparabile tra le due tecniche, ma la RFA convenzionale spesso dimostra benefici più sostenuti a follow-up più lunghi.
- Crioablazione: La crioablazione utilizza una sonda specializzata per erogare freddo estremo (ad esempio, -78°C utilizzando anidride carbonica o -170°C) al nervo del ramo mediale bersaglio, causando danni alle fibre nervose attraverso il congelamento (crioneurolisi o criodenervazione). Il meccanismo è descritto come simile a quello degli anestetici locali, ma con un effetto più duraturo (potenzialmente fino a 6 mesi) a causa dell’interruzione della conduttività nervosa e del microcircolo che alimenta il nervo. Si pensa che la crioablazione causi una degenerazione assonale reversibile con successiva rigenerazione nervosa. Potrebbe avere un rischio inferiore di danneggiare i tessuti circostanti rispetto all’ablazione termica. Il potenziale di rigenerazione nervosa dopo la crioablazione potrebbe essere visto sia come un vantaggio (in termini di evitamento di danni nervosi permanenti) sia come uno svantaggio (che potenzialmente porta al ritorno del dolore prima rispetto a tecniche più distruttive). Tuttavia, diverse fonti indicano che vi sono prove insufficienti per valutare definitivamente l’efficacia della criodenervazione per il dolore alle faccette articolari.
Controindicazioni, Rischi e Complicanze
Controindicazioni Assolute: Le controindicazioni assolute per la denervazione delle faccette articolari includono:
- Uso corrente di anticoagulanti a causa del rischio di sanguinamento.
- Risposta negativa all’infiltrazione diagnostica preoperatoria (blocco del ramo mediale), che indica che la faccetta articolare è improbabile fonte di dolore.
- Presenza di un pacemaker se si deve utilizzare una sonda a radiofrequenza monopolare, a causa della potenziale interferenza.
- Presenza di altre patologie significative (ad esempio, tumori, fratture, infezioni) a livello trattato che potrebbero essere la principale fonte di dolore o che potrebbero essere esacerbate dalla procedura.
- Infezione sistemica o spinale attiva, che potrebbe diffondersi con una procedura invasiva.
- Infezione della pelle nel sito di puntura dell’ago, aumentando il rischio di introdurre infezioni nei tessuti più profondi.
- Rifiuto del paziente di sottoporsi alla procedura.
Controindicazioni Relative: Le controindicazioni relative per la denervazione delle faccette articolari includono:
- Anamnesi di allergia agli anestetici locali, ai mezzi di contrasto o ad altri farmaci che potrebbero essere utilizzati durante la procedura.
- Presenza di dolore radicolare lombosacrale originario dal ganglio della radice dorsale, poiché la denervazione delle faccette articolari mira al nervo del ramo mediale.
- Condizioni o diagnosi per le quali la denervazione delle faccette articolari non è indicata.
- Mancanza di una risposta positiva ai blocchi diagnostici del ramo mediale, ma potenzialmente una risposta inferiore alla soglia tipica.
- Dolore originario da nervi diversi dai nervi del ramo mediale che innervano le faccette articolari.
- Infezioni sistemiche controllate ma ancora presenti.
- Infezioni cutanee vicino al sito di iniezione in corso di trattamento.
- Disturbi della coagulazione o uso di farmaci fluidificanti del sangue, che richiedono un’attenta gestione e una potenziale sospensione temporanea della terapia.
- Disturbi neurologici progressivi che potrebbero essere mascherati o complicati dalla procedura
- Gravidanza, a causa delle preoccupazioni sull’esposizione alle radiazioni dalla fluoroscopia.
- Diabete non controllato o malattie cardiache significative, che richiedono un’attenta valutazione dei rischi e dei benefici .
Potenziali Rischi e Complicanze: I potenziali rischi e le complicanze associati alla denervazione delle faccette articolari includono:
- Recidiva dei sintomi del dolore nel tempo a causa della rigenerazione nervosa.
- Infezione nel sito di iniezione o nei tessuti più profondi.
- Danni ai vasi sanguigni o ai nervi vicini, che possono portare a sanguinamento, lividi o deficit sensomotori temporanei o permanenti.
- Dolore o fastidio postoperatorio nel sito di iniezione, che di solito è temporaneo.
- Intorpidimento o debolezza temporanei nell’area trattata.
- Reazione allergica all’anestetico locale, al mezzo di contrasto o ad altri farmaci utilizzati.
- In rari casi, lesioni nervose più gravi che portano a intorpidimento prolungato, debolezza o dolore.
- Rigidità o indolenzimento alla schiena o al collo dopo la procedura, che di solito si risolve entro pochi giorni o settimane.
- Aumento del rischio di complicanze nei pazienti anziani, in particolare quelle correlate all’anestesia.
- Potenziale per complicanze cardiopolmonari, specialmente con l’uso di oppioidi e sedativi durante la procedura.
- Lesioni neurologiche, inclusa la lesione del midollo spinale (molto rara), associate a sedazione profonda.
- Depressione respiratoria (apnea, ipossiemia) associata a sedazione moderata.
- Peggioramento del dolore nell’immediato periodo post-procedurale.
- Rischi molto rari includono ictus o danni al midollo spinale.
- Disturbi mestruali nelle donne a causa degli steroidi usati durante il trattamento (se vengono somministrati steroidi).
Strategie di Mitigazione: Per ridurre al minimo i rischi e le complicanze, è fondamentale aderire a tecniche sterili meticolose durante la procedura per prevenire infezioni. Un’attenta selezione dei pazienti basata su una valutazione clinica approfondita e una risposta positiva ai blocchi diagnostici controllati è essenziale per garantire che le faccette articolari siano la probabile fonte di dolore. Il posizionamento preciso dell’ago sotto guida fluoroscopica o TC aiuta a mirare accuratamente ai nervi del ramo mediale ed evitare danni alle strutture adiacenti . Una valutazione preoperatoria completa è necessaria per identificare e affrontare eventuali controindicazioni o fattori di rischio. La scelta delle opzioni di anestesia dovrebbe essere ponderata, utilizzando l’anestesia locale o la sedazione minima quando possibile per ridurre i rischi associati a una sedazione più profonda. Il monitoraggio postoperatorio e la fornitura ai pazienti di istruzioni chiare sui livelli di attività, la gestione del dolore e il riconoscimento dei segni di potenziali complicanze sono importanti. Infine, la corretta formazione ed esperienza del medico che esegue la procedura sono cruciali per ridurre al minimo i rischi.
Procedura Dettagliata della Denervazione delle Faccette Articolari
- Preparazione del Paziente: La preparazione del paziente per la denervazione delle faccette articolari inizia con una valutazione preoperatoria completa, che include l’analisi dell’anamnesi del paziente, i risultati dell’esame fisico, gli studi di imaging e la risposta ai blocchi diagnostici. È necessario confermare i livelli specifici delle faccette articolari da trattare in base ai blocchi diagnostici e alla presentazione clinica. Il paziente riceve informazioni dettagliate sulla procedura, sui potenziali rischi e benefici e sui risultati attesi. È fondamentale garantire che il paziente comprenda e firmi un modulo di consenso informato. Il paziente viene quindi posizionato prono su un tavolo operatorio specializzato per consentire l’accesso alla parte posteriore della colonna vertebrale. La pelle sopra l’area di trattamento viene pulita con una soluzione antisettica e l’area viene drappeggiata in modo sterile. Si somministra un anestetico locale per intorpidire la pelle e i tessuti sottocutanei nei punti di inserimento dell’ago. Si può considerare la sedazione endovenosa per il comfort e la collaborazione del paziente, ma è importante notare che la sedazione profonda di routine non è generalmente raccomandata.
- Uso della Guida Fluoroscopica o TAC: Durante la procedura, la fluoroscopia (imaging a raggi X continuo) o la TC vengono utilizzate per visualizzare l’anatomia ossea della colonna vertebrale e identificare i livelli delle faccette articolari bersaglio. L’ago o la sonda vengono guidati sotto imaging in tempo reale in prossimità del nervo del ramo mediale che innerva la faccetta articolare bersaglio. Il corretto posizionamento dell’ago viene confermato stimolando il nervo e osservando contrazioni muscolari o dolore che riproduce i sintomi del paziente. La posizione dell’ago viene regolata secondo necessità per garantire un targeting accurato del nervo del ramo mediale. Il posizionamento dell’ago viene documentato con immagini fluoroscopiche o scansioni TC.
- Fasi Operative: Le fasi operative tipiche per una procedura di denervazione a radiofrequenza includono l’inserimento di un ago di piccolo calibro (spesso con un introduttore o trocar) attraverso la pelle e il tessuto sottocutaneo, guidato da fluoroscopia o TC, verso il processo trasverso della vertebra a livello bersaglio. L’ago viene avanzato nella regione del nervo del ramo mediale, che tipicamente si trova sulla parte anterolaterale del pilastro articolare nella colonna cervicale e alla giunzione del processo trasverso e del processo articolare superiore nella colonna lombare. Una volta che l’ago è nella posizione desiderata, un elettrodo a radiofrequenza viene inserito attraverso l’ago. Spesso viene eseguita una stimolazione sensoriale e motoria attraverso l’elettrodo per confermare la prossimità al nervo bersaglio ed escludere la prossimità ai nervi motori . Viene iniettato un anestetico locale attraverso l’ago per intorpidire ulteriormente l’area intorno al nervo. L’energia a radiofrequenza viene quindi erogata attraverso l’elettrodo per riscaldare la punta e creare una lesione termica sul nervo del ramo mediale, tipicamente a una temperatura di 80-85°C per 60-90 secondi. Possono essere create più lesioni a ogni livello per garantire una denervazione adeguata. Per la radiofrequenza pulsata, l’elettrodo viene posizionato in modo simile, ma vengono erogati impulsi di energia a una temperatura inferiore (ad esempio, 42-45°C) per una durata maggiore (ad esempio, 120-300 secondi). Per la crioablazione, una criosonda viene avanzata verso il nervo bersaglio e il nervo viene congelato per una durata specifica (ad esempio, 2 minuti per ciclo, con più cicli) utilizzando un dispositivo di crioablazione. Al termine della denervazione, l’elettrodo e l’ago vengono rimossi. La pelle nel sito di inserimento viene pulita e viene applicato un piccolo bendaggio. Al paziente vengono fornite istruzioni postoperatorie, comprese indicazioni sui livelli di attività, la gestione del dolore e potenziali appuntamenti di follow-up.
Confronto con Altre Opzioni di Trattamento per il Dolore alle Faccette Articolari
- Iniezioni di Corticosteroidi: Le iniezioni nelle faccette articolari comportano l’iniezione di un anestetico locale, con o senza un corticosteroide, direttamente nella faccetta articolare o intorno al nervo del ramo mediale. Il meccanismo d’azione principale è la riduzione dell’infiammazione e la fornitura di sollievo dal dolore a breve termine, che in genere dura da pochi giorni a qualche mese. Le iniezioni sono meno invasive della denervazione e possono essere utili sia a scopo diagnostico (come blocco diagnostico) che terapeutico. Tuttavia, il sollievo dal dolore derivante dalle iniezioni è temporaneo e non comporta la distruzione del nervo, quindi potrebbero essere necessarie iniezioni ripetute. Alcune linee guida limitano il numero di iniezioni allo stesso livello. Le prove suggeriscono che la denervazione a radiofrequenza può fornire un sollievo dal dolore più prolungato rispetto alle iniezioni di corticosteroidi a lungo termine.
- Fisioterapia: La fisioterapia comprende una serie di trattamenti non invasivi come esercizi, terapia manuale ed educazione del paziente volti a migliorare la forza, la flessibilità, la postura e la gestione del dolore. La fisioterapia è un caposaldo della gestione conservativa per il dolore alle faccette articolari ed è spesso raccomandata come trattamento di prima linea. Sebbene la fisioterapia possa essere efficace nel ridurre il dolore e migliorare la funzione in molti pazienti, potrebbe non fornire un sollievo sufficiente per coloro che soffrono di dolore alle faccette articolari più grave o cronico. La fisioterapia è spesso raccomandata come parte del processo di riabilitazione dopo la denervazione delle faccette articolari per aiutare i pazienti a recuperare forza e funzionalità.
- Farmaci: La gestione farmacologica del dolore alle faccette articolari in genere comporta l’uso di analgesici orali come farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), paracetamolo e talvolta farmaci per il dolore neuropatico o miorilassanti. I farmaci possono aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione, ma non affrontano la causa sottostante del dolore alle faccette articolari. L’uso a lungo termine di farmaci antidolorifici può essere associato a effetti collaterali. Una denervazione delle faccette articolari riuscita può portare a una riduzione della dipendenza del paziente dai farmaci antidolorifici.
Linee Guida e Raccomandazioni da Società Mediche e Organizzazioni Internazionali
L’American Society of Anesthesiologists (ASA) e l’American Society of Regional Anesthesia and Pain Medicine (ASRA) concordano sull’uso dell’ablazione a radiofrequenza convenzionale o termica dei nervi del ramo mediale per il dolore al collo o alla parte bassa della schiena originario dalle faccette articolari. La Spinal Intervention Society (SIS) raccomanda una tecnica specifica per l’ablazione a radiofrequenza delle faccette cervicali, sottolineando il posizionamento preciso dell’ago e la creazione della lesione. Le linee guida internazionali del 2021 indicano una diminuzione naturale del dolore al collo entro 1-2 mesi per la maggior parte degli individui, suggerendo che il trattamento conservativo potrebbe essere sufficiente in molti casi di dolore acuto al collo.
Le politiche mediche di vari fornitori di assicurazioni (ad esempio, Blue Cross NC, Blue Cross MA, Medicare, Blue Shield CA, Excellus BCBS, BCBSM, United HealthCare, Molina Healthcare, Wellmark, BCBS RI, South Carolina Blues) delineano i criteri di copertura per la denervazione delle faccette articolari. Temi comuni in queste politiche includono la necessità di dolore cronico (tipicamente ≥ 3 mesi), dolore suggestivo di origine dalle faccette articolari (assiale, non radicolare), fallimento di una prova di gestione conservativa (ad esempio, 3-6 mesi) e una risposta positiva (sollievo dal dolore significativo) ad almeno uno o due blocchi diagnostici controllati del ramo mediale eseguiti sotto guida fluoroscopica. Altri requisiti comuni includono l’esclusione di altre fonti di dolore, l’assenza di pregressa fusione spinale a livello del trattamento, limitazioni sul numero di livelli trattati per sessione e sulla frequenza delle procedure ripetute. Alcune politiche considerano tecniche di denervazione come la radiofrequenza pulsata, la crioablazione, la denervazione laser e la chemodenervazione come sperimentali o investigative. La coerenza nei criteri di copertura tra i diversi fornitori di assicurazioni evidenzia i principi generalmente accettati per l’uso appropriato della denervazione delle faccette articolari nella pratica clinica, sottolineando l’importanza di un’attenta selezione dei pazienti e della conferma diagnostica.
In sintesi, la denervazione delle faccette articolari rappresenta un’opzione di trattamento preziosa per pazienti selezionati con dolore spinale cronico originario dalle faccette articolari, in particolare quando i trattamenti conservativi hanno fallito ed è stata dimostrata una risposta positiva ai blocchi diagnostici. Questa relazione ha esaminato le indicazioni, il processo diagnostico, le diverse tecniche (RFA convenzionale e pulsata, crioablazione) e i loro meccanismi, le attuali evidenze sull’efficacia clinica per il dolore cronico alla schiena e al collo (sia a breve che a lungo termine), le controindicazioni, i potenziali rischi e complicanze e un confronto con altre opzioni di trattamento.
Sebbene le prove suggeriscano un beneficio a breve termine e, in alcuni casi, a lungo termine, soprattutto per il dolore cronico al collo, è necessario continuare la ricerca di alta qualità, in particolare studi randomizzati controllati con follow-up a lungo termine, per chiarire ulteriormente l’efficacia delle diverse tecniche di denervazione, ottimizzare i criteri di selezione dei pazienti e stabilire i parametri procedurali più efficaci.
Le potenziali direzioni future in questo campo potrebbero includere progressi nelle tecnologie di denervazione, metodi diagnostici migliorati per il dolore alle faccette articolari e approcci di trattamento personalizzati basati sulle caratteristiche individuali del paziente e sui meccanismi del dolore.