Terapia infiltrativa ecoguidata con PRP autologo + Acido Ialuronico

Le infiltrazioni ecoguidate hanno come scopo principale l’iniezione di sostanze terapeutiche all’interno di tessuti molli (tendini, guaine tendinee, borse sierose, cisti o muscoli) o articolazioni (spalla, anca, caviglia, ginocchio…) con l’ausilio di una sonda ecografica.

I meccanismi d’azione si basano principalmente su due aspetti:

  • Posizionamento preciso dell’ago: La “guida” ecografica permette di controllare in tempo reale il corretto posizionamento dell’ago nel tessuto bersaglio. Questo mira a ottenere una migliore risposta terapeutica e a minimizzare al massimo la possibilità di insorgenza di effetti collaterali.
  • Somministrazione di diverse sostanze terapeutiche: Attraverso le infiltrazioni ecoguidate possono essere iniettati vari farmaci, tra cui:
    Preparati cortisonici.
    Acido ialuronico.
  • Fattori di crescita (PRP). Il PRP (plasma ricco di piastrine) è una sospensione di piastrine concentrate in una piccola quantità di plasma ottenuta dal sangue del paziente. Le piastrine contengono numerosi fattori di crescita che stimolano la proliferazione e la differenziazione cellulare, favorendo la riparazione dei tessuti danneggiati. L’iniezione di questi fattori di crescita può permettere la formazione di nuove cellule e accelerare la guarigione di tendini, legamenti, muscoli e articolazioni. Prima dell’applicazione del PRP, viene aggiunto un attivatore piastrinico che attiva la cascata della coagulazione e produce un gel piastrinico che rilascia i fattori di crescita.
  • Collagene (collagen medical devices).
  • Anestetici locali.


Tecniche aggiuntive facilitate dalla guida ecografica:
Oltre all’iniezione di sostanze, la guida ecografica consente di eseguire con maggiore accuratezza anche altre tecniche come:

  • Needling percutaneo di tendini, legamenti e zone fibrotiche per stimolare i processi di guarigione.
  • Trattamento (frammentazione e aspirazione) percutaneo di calcificazioni od ossificazioni intramuscolari.
  • Aspirazione di ematomi/versamenti articolari o muscolari.


La guida ecografica permette inoltre di valutare a distanza l’efficacia della terapia attraverso i follow-up successivi. L’utilizzo della guida ecografica è particolarmente utile in caso di articolazioni profonde, come anca e spalla.

Le patologie ortopediche che beneficiano delle infiltrazioni di PRP

Le infiltrazioni di plasma ricco di piastrine (PRP) sono utilizzate in ortopedia per diverse patologie, sfruttando i fattori di crescita rilasciati dalle piastrine per stimolare la riparazione dei tessuti. Tuttavia, l’efficacia clinica del PRP è ancora oggetto di dibattito e la validazione clinica è in fase iniziale.
Secondo le fonti, le patologie ortopediche in cui le infiltrazioni di PRP vengono impiegate includono:

  • Tendinopatie croniche: Le infiltrazioni peri-tendinee con PRP sono indicate per diverse tendinopatie croniche, tra cui:
    Epicondilite (“gomito del tennista”). Alcuni studi suggeriscono che il PRP potrebbe essere efficace nel trattamento di questa condizione.
    Epitrocleite.
    Tendinopatia rotulea (“ginocchio del saltatore”).
    Tendinopatia achillea. Tuttavia, alcuni studi non hanno trovato differenze significative rispetto al placebo.
    Tendinite ischio-crurale.
    Fascite plantare.
    Trocanterite o borsite trocanterica.
  • Osteoartrosi iniziale dell’anca e del ginocchio: Le infiltrazioni intrarticolari con PRP possono essere utilizzate per trattare la fase iniziale dell’artrosi. I risultati ottenuti con il PRP in questi casi sembrano essere sovrapponibili a quelli ottenuti con le infiltrazioni di acido ialuronico. Tuttavia, la letteratura scientifica sull’efficacia del PRP per l’artrosi del ginocchio presenta evidenze limitate e di bassa qualità. Nonostante ciò, in alcuni casi di artrosi iniziale dell’anca, le infiltrazioni di PRP possono contribuire all’attenuazione del dolore e al miglioramento della funzionalità.
  • Lesioni muscolari: Il PRP è stato utilizzato per trattare lesioni muscolari, specialmente in ambito sportivo, con alcuni primi risultati promettenti, ma sono necessarie ulteriori indagini per stabilirne l’efficacia. Attualmente, non esistono trial clinici randomizzati che ne attestino l’efficacia nelle lesioni muscolari o che ne abbiano analizzato le potenzialità in termini di guarigione biologica.
  • Lesioni legamentose: Gli studi sull’applicazione del PRP sul tessuto legamentoso non hanno mostrato importanti differenze. Numerosi studi clinici sul legamento crociato anteriore (LCA) non riportano significative differenze in termini di integrazione del graft e risultati clinici, ma solo in alcuni casi differenze nel segnale alla risonanza magnetica.
  • Lesioni del tessuto osseo: Il PRP sembra avere una certa evidenza nel tessuto osseo, con buoni risultati clinici e radiografici, sebbene ottenuti con studi osservazionali, in casi di pseudoartrosi e osteotomie.


È importante sottolineare che, nonostante l’ampio utilizzo, l’efficacia del PRP per molte di queste condizioni è ancora dibattuta e necessita di ulteriori studi clinici randomizzati e controllati per una validazione definitiva. L’uso del PRP è considerato “off label” e la sua applicazione deve essere effettuata da medici autorizzati e con strumenti conformi alle normative vigenti.

Dai tessuti analizzati nelle fonti, quello che mostra una certa evidenza di efficacia del PRP è il tessuto osseo. In particolare, studi osservazionali hanno dimostrato buoni risultati clinici e radiografici nell’uso del PRP in casi di pseudoartrosi e osteotomie.

Per quanto riguarda gli altri tessuti:

  • Tessuto cartilagineo: Non esiste un’evidenza chiara sull’efficacia del PRP nelle lesioni cartilaginee. Sebbene studi pre-clinici suggeriscano un potenziale, c’è un ampio divario con i risultati clinici. Alcuni studi in vitro mostrano proliferazione cellulare e sintesi di matrice dopo l’uso di PRP, ma altri non riscontrano stimolazione del collagene di tipo 2, fondamentale per la cartilagine. Studi clinici hanno dato risultati non omogenei e non definitivi. In alcuni casi di artrosi iniziale dell’anca e del ginocchio, l’applicazione intra-articolare di PRP ha fornito risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con le infiltrazioni di acido ialuronico. Tuttavia, una revisione ha evidenziato una scarsità di dati di alta qualità a supporto dell’uso del PRP per l’artrosi. Nonostante ciò, alcuni ortopedici ritengono che il PRP possa essere risolutivo negli stadi iniziali dell’artrosi del ginocchio e dell’anca.
  • Tessuto tendineo: Gli studi sul PRP per le tendinopatie mostrano risultati controversi e spesso contrastanti. In studi comparativi con placebo, non sono state riscontrate differenze statisticamente significative. L’uso del PRP per le lesioni tendinee non è sempre giustificato dal rapporto costi-benefici. Nonostante ciò, alcune fonti suggeriscono che l’utilizzo del PRP sembra fornire benefici in caso di alcune lesioni tendinee croniche, come l’epicondilite.
  • Tessuto muscolare: Attualmente, non esistono trial clinici randomizzati che attestino l’efficacia del PRP nelle lesioni muscolari. Studi su animali hanno mostrato risultati promettenti, ma la traslazione di questi risultati nella pratica clinica necessita di ulteriori approfondimenti.
  • Tessuto legamentoso: Gli studi sperimentali su animali non hanno mostrato differenze significative con l’uso del PRP. Allo stesso modo, numerosi studi clinici sulla ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) non riportano differenze significative in termini di integrazione del graft o risultati clinici, se non in alcuni casi a livello del segnale risonanza magnetica.

 

In conclusione, l’evidenza più consistente sull’efficacia del PRP si riscontra nel tessuto osseo in specifiche condizioni. Per gli altri tessuti, i risultati sono ancora oggetto di ricerca e dibattito, con alcune indicazioni promettenti ma che necessitano di ulteriori studi rigorosi per una validazione definitiva.
Dalle informazioni presenti nelle fonti e nella nostra conversazione, le fasi cliniche che sembrano beneficiare maggiormente dell’infiltrazione di PRP sono principalmente le fasi iniziali di alcune patologie ortopediche e specifiche condizioni del tessuto osseo.

Nello specifico:

  • Osteoartrosi iniziale dell’anca e del ginocchio: Le infiltrazioni intrarticolari di PRP possono essere utilizzate per trattare la fase iniziale dell’artrosi. In questa fase, quando la chirurgia conservativa potrebbe non essere più sufficiente ma non è ancora indicato un intervento di protesi, il PRP ha mostrato risultati sovrapponibili a quelli dell’acido ialuronico in termini di attenuazione del dolore e miglioramento della funzionalità. Alcuni ortopedici ritengono che il PRP possa essere risolutivo negli stadi iniziali di queste artrosi.
  • Tendinopatie croniche: Le infiltrazioni peri-tendinee con PRP sono indicate per il trattamento di diverse tendinopatie croniche. Condizioni come l’epicondilite (“gomito del tennista”), l’epitrocleite, la tendinopatia rotulea, la tendinopatia achillea, la tendinite ischio-crurale, la fascite plantare e la trocanterite sono state trattate con PRP, con alcuni studi che suggeriscono benefici, in particolare per l’epicondilite. Queste infiltrazioni vengono spesso considerate dopo il fallimento del trattamento conservativo.
    Lesioni del tessuto osseo in specifiche condizioni: Il PRP mostra una certa efficacia nel tessuto osseo, in particolare in casi di pseudoartrosi e osteotomie. Studi osservazionali hanno riportato buoni risultati clinici e radiografici in queste condizioni, suggerendo un potenziale osteogenico e di osteointegrazione.


È importante notare che per altre condizioni, come le lesioni muscolari e legamentose, l’evidenza clinica a supporto dell’efficacia del PRP è ancora limitata o controversa. Inoltre, la ricerca suggerisce che il PRP potrebbe essere più efficace quando il danno da riparare è superficiale.
Pertanto, al momento, le fasi cliniche che sembrano trarre il maggior beneficio dall’infiltrazione di PRP in ortopedia sono le fasi iniziali dell’osteoartrosi dell’anca e del ginocchio, le tendinopatie croniche e specifiche condizioni del tessuto osseo come la pseudoartrosi e le osteotomie. Tuttavia, è fondamentale considerare che l’efficacia del PRP è ancora oggetto di studio e che sono necessari ulteriori trial clinici randomizzati e controllati per confermare questi benefici e definire protocolli di trattamento ottimali.

Il meccanismo d’azione del Plasma Ricco di Piastrine (PRP) si basa principalmente sull’alta concentrazione di piastrine autologhe, ovvero provenienti dal sangue dello stesso paziente. Queste piastrine sono ricche di numerosi fattori di crescita e altre molecole bioattive che svolgono un ruolo chiave nei processi di guarigione e rigenerazione dei tessuti.

Ecco i passaggi principali del meccanismo d’azione del PRP:

  • Concentrazione delle piastrine: Il PRP viene ottenuto attraverso un processo di prelievo di sangue venoso seguito da centrifugazione e filtrazione. Questo processo permette di separare e concentrare le piastrine in una piccola quantità di plasma, raggiungendo concentrazioni superiori al valore basale fisiologico del sangue.
  • Rilascio dei fattori di crescita: Una volta iniettato nel sito della lesione, il PRP viene attivato. Questa attivazione può avvenire naturalmente attraverso il contatto con il collagene del tessuto danneggiato o tramite l’aggiunta di agenti attivatori come il calcio cloruro o la trombina. L’attivazione delle piastrine porta alla degranulazione dei loro granuli α, che rilasciano una vasta gamma di fattori di crescita e citochine.
  • Stimolazione della riparazione tissutale: I fattori di crescita rilasciati dal PRP interagiscono con le cellule del tessuto danneggiato e circostanti, innescando e potenziando i processi di guarigione. Tra i principali fattori di crescita presenti nel PRP e le loro azioni si includono:
    TGF-β (Transforming Growth Factor β): Regola la migrazione cellulare, l’espressione delle proteinasi, interagisce con la fibronectina, stimola la proliferazione cellulare e la produzione di collagene.
    VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor): Stimola attivamente l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni, fondamentale per l’apporto di nutrienti e la rimozione di cataboliti durante la guarigione.
    PDGF (Platelet Derived Growth Factor): Regola la sintesi di proteine e DNA e l’espressione dei recettori cellulari.
    EGF (Epidermal Growth Factor): Attivo nello stimolo della migrazione cellulare e nell’angiogenesi.
    IGF (Insulin-like Growth Factor): Interagisce nella sintesi della matrice extracellulare, nell’arruolamento cellulare e nella differenziazione.
  • Modulazione dell’infiammazione: Oltre ai fattori di crescita, il PRP contiene anche altre molecole bioattive, come serotonina, istamina e citochine, che possono modulare la risposta infiammatoria locale. Inizialmente, può verificarsi un aumento dell’infiammazione locale, specialmente con l’uso di PRP ricco di leucociti (L-PRP) e fibrina (L-PRF). Tuttavia, nel complesso, il PRP mira a promuovere una guarigione più efficiente.
  • Formazione di un gel piastrinico: Subito prima dell’applicazione, l’attivazione del PRP porta alla formazione di un gel piastrinico, grazie alla cascata della coagulazione e alla precipitazione di fibrina. Questo gel può fornire uno scaffold temporaneo per la migrazione cellulare e il rilascio graduale dei fattori di crescita.

 

È importante sottolineare che l’inoculazione di PRP non corrisponde a un semplice utilizzo di fattori di crescita isolati, ma introduce un insieme complesso di componenti e molecole, la cui composizione e quantità possono variare a seconda dei metodi di preparazione. Inoltre, la reale efficacia e il meccanismo d’azione ottimale del PRP continuano ad essere oggetto di ricerca e dibattito nella comunità scientifica. Come evidenziato nelle fonti, nonostante i promettenti risultati in vitro, l’evidenza clinica non è sempre conclusiva per tutte le patologie ortopediche.
Dalle informazioni presenti nelle fonti e nella nostra conversazione, diverse patologie ortopediche sembrano beneficiare delle infiltrazioni di PRP, sebbene l’evidenza scientifica e il livello di beneficio varino a seconda della condizione specifica.
Le patologie ortopediche che mostrano un potenziale beneficio dalle infiltrazioni di PRP includono:

  • Patologie del tessuto osseo:
    Pseudoartrosi: Studi osservazionali hanno riportato buoni risultati clinici e radiografici nell’utilizzo del PRP per trattare la pseudoartrosi.
    Osteotomie: Il PRP ha dimostrato un potenziale osteogenico e di osteointegrazione in interventi di osteotomia, come l’osteotomia tibiale alta.
  • Osteoartrosi iniziale dell’anca e del ginocchio: Le infiltrazioni intrarticolari di PRP possono essere utilizzate per trattare la fase iniziale dell’artrosi. In questa fase, i risultati ottenuti con il PRP sono risultati sovrapponibili a quelli dell’acido ialuronico in termini di riduzione del dolore e miglioramento della funzionalità. Alcuni medici ritengono che il PRP possa essere risolutivo negli stadi iniziali di queste artrosi. Tuttavia, è importante notare che la qualità dell’evidenza a supporto di questa indicazione è stata definita scarsa da alcune revisioni.
  • Tendinopatie croniche: Le infiltrazioni peri-tendinee con PRP sono indicate per il trattamento di diverse tendinopatie croniche che non hanno risposto al trattamento conservativo. Queste includono:
    Epicondilite (“gomito del tennista”): Alcuni studi suggeriscono benefici significativi del PRP per questa condizione, con risultati positivi riscontrati in trial clinici randomizzati.
    Epitrocleite: Similmente all’epicondilite, il PRP è proposto per il trattamento di questa tendinopatia.
    Tendinopatia rotulea (“ginocchio del saltatore”): Alcuni studi prospettici hanno mostrato un significativo miglioramento dei punteggi di dolore e funzionalità con l’uso del PRP.
  • Tendinopatia achillea: Sebbene alcuni studi abbiano mostrato risultati promettenti, altri studi controllati con placebo non hanno riscontrato differenze significative nel dolore, nel ritorno allo sport o nella soddisfazione del paziente. L’efficacia del PRP per questa condizione rimane controversa.
  • Tendinite ischio-crurale.
  • Fascite plantare.
  • Trocanterite o Borsite Trocanterica.

 

È fondamentale sottolineare che, nonostante i promettenti risultati in alcune aree, l’efficacia del PRP per molte patologie ortopediche è ancora oggetto di ricerca e dibattito. Per le lesioni muscolari e legamentose, l’evidenza clinica a supporto dell’efficacia del PRP è limitata o controversa. Molti studi evidenziano la necessità di ulteriori ricerche, con studi randomizzati e controllati in cieco, per validare clinicamente l’uso del PRP e definire protocolli di trattamento ottimali per le diverse patologie.
I tessuti che mostrano evidenza dell’efficacia del PRP sono principalmente:

  • Tessuto Osseo: Questa è indicata come l’unico tessuto in cui il PRP possiede una certa evidenza. In particolare, studi osservazionali hanno mostrato buoni risultati clinici e radiografici nell’utilizzo del PRP per il trattamento della pseudoartrosi e nelle osteotomie. Questo suggerisce un potenziale osteogenico e di osteointegrazione del PRP in specifiche condizioni del tessuto osseo.
  • Cartilagine (in specifiche fasi e condizioni): Sebbene l’evidenza non sia chiara e vi sia un ampio divario tra gli studi pre-clinici e clinici, le infiltrazioni intrarticolari di PRP sembrano mostrare un potenziale beneficio nel trattamento della fase iniziale dell’osteoartrosi dell’anca e del ginocchio. In questa fase, i risultati ottenuti con il PRP sono risultati sovrapponibili a quelli dell’acido ialuronico in termini di riduzione del dolore e miglioramento della funzionalità. Tuttavia, le fonti sottolineano la necessità di ulteriori studi di alta qualità per confermare questi benefici.
  • Tessuto Tendineo (in alcune tendinopatie croniche): Le infiltrazioni peri-tendinee con PRP sono indicate per il trattamento di diverse tendinopatie croniche che non hanno risposto al trattamento conservativo. Alcuni studi, in particolare sull’epicondilite (“gomito del tennista”), suggeriscono benefici significativi del PRP. Tuttavia, per altre tendinopatie come la tendinopatia achillea, l’evidenza è più controversa e molti studi controllati non hanno riscontrato differenze significative rispetto al placebo o ad altri trattamenti.

 

È importante notare che per il tessuto muscolare e legamentoso, le fonti e la nostra conversazione indicano una mancanza di evidenza clinica robusta e consistente a supporto dell’efficacia del PRP.
In conclusione, il tessuto osseo è quello con l’evidenza più solida di efficacia del PRP, seguito dal potenziale beneficio nelle fasi iniziali dell’osteoartrosi e in alcune tendinopatie croniche, sebbene in questi ultimi due casi la ricerca sia ancora in corso e l’evidenza meno definitiva.
Secondo le informazioni presenti nelle fonti, il PRP e le tecnologie di concentrazione ematica hanno trovato inizialmente impiego nei seguenti contesti medici:

  • Rigenerazione epiteliale: Fin dagli anni ’60-’70, le tecnologie di concentrazione ematica sono state utilizzate per la rigenerazione epiteliale.
  • Riparazione di ferite chirurgiche: La cosiddetta “Fibrina Adesiva”, ottenuta tramite concentrazione ematica, veniva impiegata come adiuvante per la riparazione delle ferite chirurgiche con buoni risultati.
  • Ulcere cutanee croniche: Nel 1986, Knighton et al. attribuirono gli ottimi risultati ottenuti con un preparato di plasma concentrato sulle ulcere cutanee croniche alla possibilità di rilasciare fattori di crescita.
  • Integrazione di graft ossei in Odontoiatria: Il termine “Platlet Rich Plasma” (PRP) apparve per la prima volta in letteratura nel 1998, quando venne descritta la sua capacità di favorire l’integrazione di graft ossei in Odontoiatria.
  • Chirurgia Plastica: I chirurghi plastici sono stati tra i primi ad utilizzare il gel piastrinico autologo per stimolare la rigenerazione tissutale e la guarigione di ulcere cutanee.
  • Odontoiatria: Successivamente all’impiego in chirurgia plastica, il PRP è stato utilizzato dagli odontoiatri nella chirurgia implantologica e nel riempimento di deficit ossei.
  • Dermatologia: In seguito, i dermatologi hanno impiegato il PRP per stimolare la ricrescita dei capelli.
  • Altri ambiti a partire dagli anni ’90: Dal ’90 in poi, il PRP ha trovato largo impiego anche in Oftalmologia, Chirurgia Estetica e Plastica, Chirurgia Generale e Dermatologia.


Secondo le informazioni presenti nelle fonti e nella nostra conversazione, le attuali indicazioni ortopediche ambulatoriali del PRP si concentrano principalmente su due gruppi di patologie:

  • Tendinopatie: Le infiltrazioni peri-tendinee con PRP sono indicate per il trattamento di diverse tendinopatie croniche. Tra queste rientrano specificamente menzionate:
    Epicondilite (“gomito del tennista”).
    Epitrocleite.
    Tendinopatia rotulea (“ginocchio del saltatore”).
    Tendinopatia achillea.
    Tendinite ischio-crurale.
    Fascite plantare.
    Trocanterite o Borsite Trocanterica. Per queste condizioni, il PRP viene utilizzato dopo il fallimento del trattamento conservativo. Alcuni studi suggeriscono benefici, in particolare per l’epicondilite e la tendinopatia rotulea, sebbene per altre, come la tendinopatia achillea, l’efficacia sia ancora dibattuta.
  • Osteoartrosi iniziale dell’anca e del ginocchio: Le infiltrazioni intrarticolari con PRP possono essere utilizzate per trattare la fase iniziale dell’artrosi di queste articolazioni. L’applicazione di gel piastrinico con fattori di crescita a livello intra-articolare ha fornito risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con le infiltrazioni di acido ialuronico. Alcuni medici ritengono che negli stadi iniziali la sua funzione biologica e riparativa possa essere risolutiva e portare a un differimento dell’intervento chirurgico. Tuttavia, è importante notare che l’evidenza scientifica a supporto di questa indicazione è considerata ancora in fase iniziale e alcuni studi hanno mostrato che le infiltrazioni di PRP non danno risultati migliori di quelle ottenute con l’acido ialuronico per pazienti con segni moderati di artrosi.


È importante sottolineare che, nonostante queste indicazioni ambulatoriali, l’efficacia reale del PRP in molti contesti ortopedici è ancora oggetto di dibattito e controversia. La comunità scientifica sottolinea la necessità di ulteriori studi randomizzati e controllati per validare clinicamente l’uso del PRP e definire protocolli di trattamento ottimali. Attualmente, non è possibile effettuare un uso routinario del PRP.